LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE: RAGIONI, PRINCIPI, PROSPETTIVE/ORGANIZZARE E GESTIRE IL VOLONTARIATO: TESTIMONIANZE/31-01-2020

Testo dell’intervento della Vice Presidente M.A.Passerini Glazel Pagano
all’incontro inaugurale del ciclo di incontri 
I venerdì del terzo settore.

“Per capire bene la struttura e il modo di operare della Società di San Vincenzo De Paoli bisogna conoscere il pensiero ed il percorso del fondatore, il beato Federico Ozanam.
Nacque nel 1813 a Milano, si laureò alla Sorbona. Fu marito e padre di famiglia.
Morì nel 1853 a Marsiglia.
Un arco di tempo di appena 40 anni in un periodo storico molto complesso con una forte accelerazione del processo d’industrializzazione.
Federico vedeva le condizioni miserevoli in cui vivevano le famiglie degli operai e le ingiustizie che subivano e decise di aiutarli e di battersi per una maggiore giustizia sociale, così da eliminare le cause della povertà e ridare dignità alle persone.
Nel 1833, con 5 compagni di Università ed un Professore, fondò la Società di San Vincenzo De Paoli, col nome del patrono scelto.
Nel 1845 venne riconosciuta dal Papa Gregorio XVI come associazione laica di cattolici che operano gratuitamente, senza scopo di lucro.
Oggi la società di San Vincenzo De Paoli ha un’organizzazione piramidale: alla base ci sono le Conferenze (dal latino cum ferre) che sono i gruppi di vincenziani che si riuniscono nelle parrocchie.
Queste sono collegate dai Consigli Centrali, che sono centri di concertazione, di confronto e luogo di coordinamento per definire strategie e attività su scala cittadina e diocesana.
I Consigli Centrali afferiscono ai Coordinamenti Regionali o Interregionali i quali fanno riferimento alla Federazione Nazionale con sede a Roma.
L’unità mondiale della Società è garantita dal Consiglio Generale con sede a Parigi.
Esistono inoltre le Opere Speciali che si occupano di specifici bisogni (mense, dormitori, empori solidali, case di ospitalità per anziani, assistenza ai carcerati, campi estivi per giovani e bambini….)
A Padova abbiamo 23 conferenze diffuse sul territorio della Diocesi, con 200 soci e 266 volontari esterni.
Nel 2018 abbiamo assistito 905 persone di cui 268 nuclei familiari.
Con la visita a domicilio, nostro carisma, portiamo gli aiuti raccolti con l’autofinanziamento che soddisfano le necessità più urgenti. L’obiettivo finale è quello di portare le persone ad essere autosufficienti. Nelle riunioni vi è sempre un tempo dedicato alla preghiera ed alla formazione spirituale.
Esempio di un obiettivo raggiunto: una Conferenza ha dato la possibilità ad una ragazza straniera di laurearsi in Medicina e di trovare impiego in ospedale.
Il Consiglio Centrale di Padova ha la sua sede Casa San Vincenzo in via Bressan, 6 all’Arcella, dove sono attivi:
Il Centro Ricreativo per Anziani Elettra Billiani d’Augier, intitolato alla persona che ha lasciato in eredità i mezzi per attuare la sua volontà e il Centro Socio-Culturale.
Il martedì e il venerdì, dalle ore 15:00 alle ore 18:00, 25/30 persone circa si ritrovano nel Centro Ricreativo Anziani per giocare, festeggiare ricorrenze, intrecciare nuove amicizie, intrattenuti da 5 volontari e da ragazzi sospesi da scuola che vengono impegnati in attività di volontariato.
E’ inoltre attiva la Convenzione col Tribunale di Padova per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità nel programma di messa alla prova in alternativa alla pena.
Nel Centro Socio-Culturale si tengono:
il doposcuola per ragazzi delle medie inferiori,
i corsi di italiano per stranieri,
i corsi di informatica.
E’, inoltre, attiva una Convenzione con l’Università di Padova per cui studenti interessati possono fare presso di noi un tirocinio nell’ambito del sociale.
Vogliamo intensificare il rapporto con l’Ateneo per riportare la San Vincenzo nel mondo da cui proviene. Speriamo perciò nell’istituzione di un Corso di Laurea Magistrale sul Terzo Settore, dato che la molteplicità delle problematiche sociali della nostra epoca richiede l’acquisizione di sempre maggiori e specifiche competenze per poter interagire efficacemente con persone di cultura e tradizioni a noi spesso sconosciute e alle quali siamo sconosciuti.”

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